Cerchiamo soldato di Pescara della seconda guerra mondiale che ha aiutato un teramano a tornare in treno da Milano nel 1945
Tutte le storie andrebbero raccontate!
Ognuna contiene un insegnamento, una morale, uno spunto di riflessione.
Qualcuna a lieto fine, qualcuna meno, qualcuna con un retrogusto amaro.
Quella che ieri è stata portata in scena nel piccolo Teatro Saliceti a Ripattoni di Bellante a cura dell’Associazione Pro Loco Ripattoni è la storia di una promessa, che una giovane donna lascia al nonno, sopravvissuto di guerra.
Chi è Giovanni Marozzi detto Giannino
Nonno Giovanni Marozzi, detto Giannino, diciannove anni, bello e forte, fu arruolato nel 1940, fatto prigioniero e deportato tre anni più tardi.
Tornò da Bergen Belsen nel ’45, mutilato nel corpo e nell’animo, dopo aver assistito agli orrori della seconda guerra mondiale, aver sofferto la fame e il freddo.
Aveva giurato a Norina che sarebbe tornato e, al rientro, lei lo accoglie cercando di allievare la pena dei suoi atroci ricordi.
Non parla molto Nonno Giannino ma quando lo fa, regna il silenzio tra i figli e i nipoti, attorno al caldo buono del camino.
Lo spettacolo della nipote Noemi Marozzi
La nipote Noemi Marozzi si è fatta carico dei racconti del nonno, lo ha fatto a modo suo, delicatamente, con la leggerezza delle letture al kamishibai e la poesia dei burattini.
Ha incantato i presenti che in poco più di un’ora hanno conosciuto e amato il bel giovanotto che è diventato il nonno di tutti.
Quei nonni che, come Giannino, hanno potuto rimettere piede nella loro terra, altri, che lo hanno fatto ma non erano più lucidi, altri ancora che non sono più tornati.
Abbiamo pianto insieme, ci siamo stretti nel dolore, condividendo la sofferenza di quei lunghi giorni di agonia.
Domenica 29 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria ha portato in scena lo spettacolo preparato con grande cura.
Cerchiamo soldato di Pescara della seconda guerra mondiale
Se Giannino è riuscito a tornare a casa, il merito è di un giovane soldato, abruzzese come lui.
In quell’aprile 1945 dalla stazione di Milano partivano i treni carichi di soldati di rientro dal fronte.
Giannino cercava di salire ma i vagoni erano stracolmi e lui, invalido ad un braccio, non trovava un appiglio per potersi reggere in piedi.
Scoraggiato, seduto a terra, piangeva ripetendo: “Coma faccie?”.
Il suo pianto attira l’attenzione di un giovane soldato che si avvicina e gli mormora: “Ca’ success?”.
Chi è il giovane soldato di Pescara che aiuta Giannino?
Giannino sgrana gli occhi, non crede alle sue orecchie, riconosce il dialetto abruzzese e in preda alla disperazione, indica il suo braccio invalido, facendo capire di non potersi reggere sul treno.
Senza pensarci due volte, il soldato abruzzese lo aiuta ad alzarsi, lo fa salire sul treno e lo sostiene.
Milano/Giulianova così!
Per l’intero viaggio il giovane, che dice di essere di Pescara, tiene Giannino davanti a se, proteggendolo dalle porte e aiutandolo a reggersi in piedi.
Giannino scende alla stazione di Giulianova, non conosce il nome del suo benefattore che ringrazia caldamente e si incammina verso Villa Torre di Castellalto.
Al suo arrivo nessuno lo riconosce.
Pesa 38 kg, il lato destro del suo corpo mutilato, sordo ad un orecchio ma è finalmente a casa e sta per iniziare una nuova vita.
La promessa è stata mantenuta, la memoria del nonno di Noemi è stata onorata, la dignità che lo ha accompagnato per tutta la vita, è stata raccontata.
Resta una sola cosa da fare per restituire il bene ricevuto: il sogno di Noemi e della sua famiglia è ringraziare il giovane soldato pescarese che nell’aprile 1945 ha aiutato Giannino a salire sul treno per tornare in Abruzzo.
Abbracciarlo, se dovesse essere ancora in vita o deporre un fiore sulla sua tomba se, come il nonno, riposa in pace.
Chi contattare
Se qualche familiare conosce la storia, sa di un soldato che ha aiutato un paesano a rientrare a casa nel 1945, in maniera così gentile, vi prego di comunicarcelo, potete contattare i numeri 334 13 95 708 oppure 328 14 15 897 o inviare una mail a noemi.marozzi@live.it
Un appello per concludere il racconto, un lieto fine a distanza di 80 anni.
Facciamo arrivare lontano questo messaggio.
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